22 marzo, 2009

Driiiin

Squilla un cellulare. Dopo vari tentativi uno Gnè tra il sorpreso e lo spiritoso-sorpreso, risponde al telefono.
Gnè: "Ohhhhhh, guarda chissisente!"
Cherrydelicious (sorpresa anche lei di sentire finalmente la voce di gnè): "Uè! Come stai? Ma allora si può sapere se vieni o no?"
Gnè: "bene, bene. Non lo so ancora, dovrei venire domani..."
Cherrydelicious:"Sono contenta se mi vieni a trovare..."
Gnè (sorpreso dalle parole che sta per pronunciare): "Beh, anch'io, sai?"
Cherrydelicious (commossa) "allora fammi sapere!"
Gnè: "aspetta, c'è qualcosa che mi suona strano...non ti ho richiamato io...com'è che hai credito sul cellulare? Sei proprio cambiata".
Cherrydelicious:"Ti chiamo domani".

Ti ritrovi dopo due mesi ad avere una vita che non è la tua, che non riconosci. Tuo fratello era sempre nell'altra stanza, anche quando eri a Parigi, o in America, perchè tanto poi tutto torna com'era, e tuo fratello sta lì, nell'altra stanza. Ora vivi in un'altra città (tanto per cambiare), e all'improvviso ti sembra di starci da sempre, perchè sai che non tornerai a casa tra 5 mesi, non più. Tua madre viene a trovarti, viene a "stare da te".
Tu lavori in un grande studio legale, e percepisci uno stipendio, paghi la cameriera, fai la spesa con i tuoi soldi. Esci, giri per i negozi e compri i vestiti giusti (saranno settimane che non indossi un jeans), conosci la gente che ti smbra giusta, vai nei posti che ritieni "giusti", cerchi (faticosamente) di integrarti in una realtà che non è la tua. Fai tutto quello che potresti fare, a volte ti sembra quasi di essere in vacanza. Non è la tua vita, non è la tua routine. Poi ti addentri nella novità, ti accorgi a mano a mano che passi sempre di più le tue giornate a lavorare tra la moquette e outlook, senza pensare a quanto ti manchi il mare, se non quando arriva il fine settimana, e la consapevolezza che se volessi non potresti, ti sbatte in faccia come una porta quando c'è vento. Sei nel pieno della tua nuova routine.
A volte ci pensi. Ti dici si, bello, peccato che ora finisce e me ne torno a casa. Ora mi faccio le valigie, ringrazio questi gentili signori che hanno riposto in me tanta fiducia e me ne vado a casa. Penso come se fosse previsto, come se fosse così: tornare, a un certo punto. Poi qualcosa non quadra. Sei grande, ora.


Postfazione
L'ho espresso con una certa façon "melò" questo concetto, ma non sempre sono così sconvolta dalla cosa.
Sono grande, e allora? A un certo punto è anche l'ora.

Disse, prima di scoppiare in lacrime.

No, non è vero. Che sono scoppiata in lacrime, non che sono grande,


sono pure ingrassata.

4 commenti:

duhangst ha detto...

Beh complimenti per i traguardi che stai raggiungendo.

CD ha detto...

@duhangst: Speriamo che questi traguardi non mi costino la serenità.

Anonimo ha detto...

[STUPORE] ma perchè dove sei ora????

Ed io che pensavo "se scendo a Napoli posso chiamare cherry per una bella rimpatriata di classe"!!!

ormai non ho più nessuna certezza!!!

sigh sigh!

Anonimo ha detto...

:)