23 agosto, 2010

Le vacanze.

Andare in vacanza in Nord Europa dopo la prova costume non è scelta saggia.
Capitolo Primo: Copenaghen.
Cherrydelicious, tuttavia, non avendo calcolato l’impressionante tasso di ragazze – tutte rigorosamente sopra il metro e settanta - bionde e magre decide di visitare proprio proprio il Nord Europa (ciò, subito dopo essere stata al mare ed ivi aver irrevocabilmente preso la decisione di mettersi a dieta per tutto l’inverno “così l’anno prossimo voglio ben vedere.”). A Copenaghen si troverà, suo malgrado, faccia a faccia con un incontenibile numero di modelle nei luoghi più disparati, intente a fare la spesa, una passeggiata, niente, disseminate pericolosamente su tutto il territorio danese. (Immaginate di capitare dentro ad un numero invernale di Vogue).
(Soprassiedo sulle dichiarazioni degli insensibili compagni di viaggio quali “mio figlio quando farà l’Erasmus verrà a Copenaghen”… “questo posto è un paradiso”…. “Sono disorientato (guardando una delle ragazze canute di passaggio). Ma tant’è.
Copenaghen, nota ai più come meta del c.d. “shopping indipendente” nelle numerose boutiques dei famosi stilisti indipendenti è stata visitata da Cherrydelicious indipendentemente dagli stilisti indipendenti (ma sempre con la classe e lo charme che la contraddistinguono in ogni circostanza), in quanto essendo i camerini dei negozi indipendenti degli stilisti indipendenti frequentati dallo stuolo di ragazze-modelle di cui sopra, Cherrydelicious ha saggiamente deciso di dedicarsi ad esclusivi percorsi di architettura e design.
Interior design.
Dipendente.
Senza camerini e senza modelle nei camerini, per intenderci.
La nostra blogger ha avuto modo di apprezzare la storia dell’architettura e del Design di Copenaghen dedicandosi alle passeggiate più lunghe della sua vita sotto una pioggerella cazzimmosissima ed incessante, culminando nell’acquisto spasmodico di qualsiasi cosa avesse una qualche attitudine con il design, seppur dal dubbio valore intrinseco e/o pratico, spaziando da una lunga serie di inutili oggetti (quali un filtro da the di design, piccoli aggeggi per mantenere le uova à la coque di design), lampadari danesi di design (Le Klint, per essere precisi) che non saprà dove mettere, forbici “4 in una” rigorosamente di design (che la cosa delle 4 forbici in una le è sembrata un’idea geniale, anche se le utilizzerà … uhm… diciamo 3 volte), lanterne (di design) che sembrano uscite dall’antiquario di Pantelleria dove l’anno scorso ha comprato uno specchio (bellissimo, fatto con i materiali di recupero delle barchette dei naufraghi, poveracci), una cassetta della posta (verde acido) (di design)
("CD (in inglese): sa, vorrei metterla all’ingresso, sebbene in Italia la posta arrivi nell’androne del palazzo quindi in realtà la cassetta verde sembra destinata all’inutilizzo
Commessa bionda (confusa, in danese): ya.
CD: Da voi la posta arriva nelle case?
Commessa bionda:(disorientata): ya.
CD: Capisco. Che dice, rossa o verde?
Commessa bionda (rammostrando ora una certa consapevolezza del sé e della risposta che sta per pronunciare): ya.
CD: ha ragione lei, verde acido mi sembra più carina”.).

La Danimarca è letteralmente il tempio di Arne Jacobsen (c’è addirittura un “Restaurant Jacobsen”), famoso designer ed architetto danese, noto a Cherry Delicious più che altro perché plurimenzionato dal Cattivo in occasione della descrizione dei numerosi appartamenti da quest’ultimo progettati (dal Cattivo, non da Jacobsen) e dalle più svariate riviste, poi, pubblicati, nell’ambito dei quali troneggia la poltroncina famosissima (Egg) del danese Arne. Professore di Architettura alla Reale Accademia delle Arti di Copenaghen, Jacobsen ha progettato - oltre alla Banca di Danimarca (‘na cosetta) - l’hotel SAS di Copenaghen, progettandone dall’impianto elettrico alle posate, (che CD ha potuto ammirare nel “design centre” di Copenaghen (che avrebbe potuto tranquillamente chiamarsi “Jacobsen centre”)), dall’illuminazione, a rubinetteria, sedie e poltrone.
Dopodiché ogni albergo che si rispetti a Copenaghen ha almeno una Egg di Jacobsen, altrimenti è declassato automaticamente a bettola e destinato all’ignominia più abietta.
L'architettura - anche non di interni - è pure molto interessante.
Il ponte di Öresund (il cui design è opera dello studio danese di architettura Dissing + Weitling) che attraversa l’oceano (dalla Danimarca alla Svezia) è l’ultima frontiera dell’architettura danese, ed ha lasciato la nostra blogger davvero senza parole.
(Più che altro il treno non le sembrava piantatissimo ed era ammutolita dalla sensazione di nausea).
(No, non ha vomitato).
(Solo qualche rigurgito).



Questo post si è aggiuidicato il secondo premio al concorso "ripetilo di nuovo!" per il maggior numero di ripetizioni della parola design tra tutti i post italiani attualmente sul web.

(Il primo premio è stato assegnato a Beppe Grillo per la parola "Berlusconi")