06 novembre, 2008

Mi mancano le mie passeggiate con Baguette sotto braccio in giro per la città, a piedi o in bici.
I pomeriggi folli di shopping e i negozietti vintage nei Marais e a Saint Sulpice, il mercato e la Mouffetard. Le cioccolaterie, la pasta e fagioli con gli amici la sera. Il rumore della caldaia di casa mia quando aprivi l’acqua calda.
La cioccolata di Angelina, ingrassare e sentirmi bella lo stesso. Perché ti senti bella ogni mattina, con i capelli arruffati e le schiocche rosse, due croissants a colazione, e la sciarpa. (Perché lì senza una sciarpa non sei nessuno).
Un sorriso che non sarà mai quello che avevi a Parigi. In nessun altro posto sarai mai così bella.
Mi manca la mia stazione di Censier Daubenton, Louis ed Etienne, il petit pain aux olives di Monge, le Bulangeries.
Le clementine. Emma e i tavoli da Poker e la nuit blanche, il cappuccino a tutte le ore.
Il Cafè Lea e i compiti di grammatica con Linda. Paris Photo al Carrousel du Louvre.
La Nike di Samotracia. Il 27 e la crepe a Notre Dame. Le margherite nel vaso in salotto.
Rue Saint Honorè e le vetrine di Hermes.
Mi manca persino il mio padrone di casa, Monsieur Villeneuve-le-rideau-de-la-douche?? Mais-le-rideau-de-la-douche c’est bon!, la burocrazia e le formalità di France Telecom e Gaz de France. L’imbianchino polacco e i suoi puzzolentissimi sottaceti. L’antipatia dei francesi, quella scontrosità ostentata che tutto sommato sa di genuino.
Mi manca anche Mme Inack e le sue unghie lunghissime e decorate, con le sue minacce di mettermi ZERO a tutti gli esami. Le Franprix, le prix gagnant, e le Bon Marchè. I concerti à l’Operà e le suites di Bach per violoncello nelle fredde chiese di Saint Germain.
Sono a casa da 8 mesi e vivo in uno stato di delusione perenne, di insoddisfazione cronica, eppure adoro la mia città.
Sarà che sbaglio le persone.
Ho una particolare propensione a circondarmi di gente egocentrica con cui non c’è margine di dialogo, con cui non abbiamo nulla da dirci. Con una certa ostinazione.

Ma non è che adesso io sia depressa, o la vita mi giri particolarmente male. E’ solo che l’anno scorso a quest’ora vivevo a Parigi.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

e dimmi poco...
in quella città si respira poesia

duhangst ha detto...

I sintomi sono gli stessi di altre persone che conosco, che hanno avuto le tue stesse esperienze.

CD ha detto...

@john doe: infatti, dovevo cercare di restare più a lungo oppure di ripartire prima.
@Duhangst: non potrebbe essere altrimenti.

Anonimo ha detto...

la chiamiamo "Saudadè"?

CD ha detto...

@leo: così sarebbe troppo criptico. Difficile da spiegare.

Unknown ha detto...

nah, non so se mi piacerebbe :) se proprio dovessi, londra, o new york...ma magari

Unknown ha detto...

aehm, FulviaLeopardi

Anonimo ha detto...

tanto per offrire un contributo alla rubrica "dove eravamo", io esattamente 10 anni fai, in piena era Levinsky, ero a NY.

CD ha detto...

@Leo: scusa, vuoi mettere?? NY scandalo Lewinsky, contro Paris scandalo Carlà???
Perdonami, è un fatto di charme! ;)

@fulvia: certo, per arrangiare...

Anonimo ha detto...

Parigi è splendida, e dovrei tornarci.
New York però mi ha preso il cuore.

Anonimo ha detto...

eh no...io a parigi...nun me ce vedo...m'arrangerei, ma meglio new york

Pepenero ha detto...

Massimo rispetto pour le boulanger de Monge. Sarai sempre nei nostri cuori bou-bou!

CD ha detto...

@Albi: mamma mia che darei per il panuccio alle noci con il salamino danese, ti ricordi?
Che bei tempi mamma mia!